
Era una calda mattina di settembre del 1969 e a quel tempo mi trovavo a Sansepolcro per pochi mesi, poi sarei partito per sempre, ma questo ancora non lo sapevo.
Invece di lavorare sulla mia noiosissima tesi di Diritto del Lavoro trovavo tutte le ragioni per andare ad aiutare il mio amico Piero Acquisti fotografo, che io chiamavo e chiamo “Mechina”. Ero il suo assistente volontario in camera oscura. Piero aveva lo studio in un appartamento nella casa nel lato sud di piazza Torre di Berta, sopra quella che era la bottega del Moro.
Mentre eravamo al buio sentimmo grida, urla che venivano dalla piazza, andammo a vedere cosa stava succedendo e qualcuno ci gridò che c’era un grande incendio nel magazzino dietro la bottega di ferramenta del Gori che era per la Via Maestra accanto quella che allora era la pasticceria del Chieli. Si intravedeva già una colonna di fumo nero che saliva da dietro il palazzo Inghirami, dietro la torre.
“Andiamo nel tetto!”
Naturalmente a Piero non mancavano le macchine fotografiche per immortalare l’evento.
Dove aver vissuto una vita in paesi dove le case le fanno di legno posso confermare che dalle nostre parti, Italia, gli incendi sono eventi più rari. Infatti le case, palazzi e fabbriche sono in genere costruiti con pietre, mattoni e cemento. Direi che i nostri sono incendi industriali di materiale infiammabile. Infatti anche in questo caso le fiamme si erano sviluppato in un magazzino di vernici e di solventi.
Piero e io salimmo sul tetto e il fumo si faceva sempre più denso, ricordo aveva dei bagliori giallastri. Sembrava davvero tossico.
La foto fu scattata da fondo piazza, direzione nord ovest; in lontananza, sulla sinistra, mi pare di riconoscere i Cappuccini, ma non son sicuro, vorrei la vostra opinione. Invece son certo sulla solida struttura sulla destra, la Torre d’Uguccione con il suo terrazzo con ringhiera, questa ora la conosco bene.
I danni furono rilevanti data la natura dell’incendio. Dicevano che l’alta temperatura aveva polverizzato le pietre alla base d’una torre.
Fausto Braganti
Marblehead, 2 marzo 2017
Ho finito di scrivere un romanzo storico-erotico “L’Adele e Thaddeus” La storia si sviluppa in nove giorni quando Garibaldi con la sua legione passò per la Val Tiberina, fine luglio 1849. “In tempo di guerra non si perde tempo”
Ora sto cercando di pubblicarlo, cerco un agente letterario e un editore. Se siete curiosi di leggere le prime due giornate delle avventure dei noi nostri eroi, questo è il link al mio
blog:https://faustobraganti.wordpress.com/
Il mio blog di memorie M’Arcordo… www.biturgus.com/
Ho pubblicato il libro “M’Arcordo…Storie Borghesi” che può essere acquistato nelle librerie di Sansepolcro.