
Penso che questa foto fu scattata ai giardini di Porta Fiorentina a Sansepolcro, verso il 1960 quando questi baldi giovinotti hanno circa 20-25 anni. Non ricordo chi mi la mandò, e mi scuso di non dare il giusto credito.
Chi sono? da sinistra in piedi Enzo Checcaglini, Franco Bastianoni detto Zucco, Marcello Giorni detto Marcellone, sdraito sulla panchina Gianni Bartolomei, detto il Liscio e infine seduto Gian Luigi Melandri. Enzo, come è stato precisato da un’amica coetanea era il “bello delle donne”, equivoca quella sua mano sul pisello del Liscio.
Di certo anche quel giorno i nostri eroi programmavano qualche impresa.
Tre di questi Enzo, Gianni e Gian Luigi divennero piloti di aerei. Non so molto di cosa fece Enzo e il poco che so è di certo vago e incorretto.
Gian Luigi dopo il servizio nella Aviazione Militare divenne un comandante dell’Alitalia; il tragico incidente del maggio 1975 con un piccolo aereo ad Arezzo pose fine alla sua carriera e lo relegò alla sedia a rotelle fino alla morte. Triste.
Poi c’è Gianni, il Liscio; direi che enumerare le sue imprese sia per se un’impresa impossibile. Ma perché il Liscio? Mi sembra di ricordare che gli appiopparono quel soprannome ai tempi in cui era ancora di moda la brillantina, e lui ne usava tanta. Ma come si fa a definire il Liscio? Impossibile! E non ci provo nemmeno. So che quando io ero ragazzo, e lui già giovanotto, lo invidiavo. Lui aveva una macchina sportiva, una di quelle scoperte e poi lui aveva preso il brevetto da pilota e come tale volò, venendo d’Arezzo, sotto l’arco del ponte del Tevere, quello lungo la strada che porta da Sansepolcro ad Anghiari. Questa da alcuni fu definita una pazzia e da altri un’epica impresa. Per definirlo mi vien bene un’espressione in inglese, he’s been always able to re-invent himself. È stato sempre capace di inventare un nuovo Liscio e sempre con l’entusiasmo dei 20 anni. Forza Liscio!
Franco Bastianoni, ma perché lo chiamavano Zucco? Franco seguì la tradizione di famiglia e divenne un meccanico, un autista, sfortunatamente fu colpito da una terribile malattia che lo portò alla morte.
Marcellone divenne un buon antiquario e ogni volta che venivo al Borgo la mia visita al suo negozio in via degli Aggiunti era d’obbligo. Poi un giorno arrivai e non c’era più, anche lui era morto, prematuramente.

Per finire: una eroica impresa del Liscio e di Zucco. Un giorno questi due eroi senza paura e forse qualche macchia, di nascosto si infilarono nella sacrestia di San Francesco e da qui raggiunsero la porticina che dà accesso al campanile, salirono fino alla cella campanaria e mica si fermarono! Scalarono la piramide di mattoni fino in cima, fino alla banderuola col frate! Esiste una foto scattata da un amico che documentava l’evento dal giardino Pier della Francesca. Purtroppo non son riuscito a ritrovare la foto nel mio archivio, non sono cosi organizzato come pretendo d’essere. Se qualcuno dei miei lettori ha questa immagine me la mandi, cosi la potrò inserire nell’articolo.
Ho finalmente trovato la foto, purtroppo è di bassa risoluzione, in ogni modo penso che dia un’idea della balda impresa.

Per finire, ogni generazione ha i suoi eroi, pronti a cimentarsi in grandi imprese, quelle che non recano danno a nessuno, ma che fanno sorridere, e che devono essere ricordate, o meglio arcordate. Un caro saluto riverente agli eroi che il giorno di Pasqua, 1 aprile 2018, chiusero il Borgo, mi lasciarono di fuori, trovai Porta Fiorentina chiusa… e sorrisi soddisfatto. Il Borgo esisto solo perché esistono i Borghesi, anche quelli che stanno lontano come me.

Nota personale: nel 1975 lavoravo nell’ufficio Alitalia di Boston. Una domenica sera ricevetti una telefonata da un collega dell’aeroporto che aveva appreso dal comandante del volo in arrivo che c’era stato un incidente d’un piccolo aereo da diporto ad Arezzo e che un pilota Alitalia di Sansepolcro che era a bordo era probabilmente morto. Giorgio Biagioli e Gian Luigi Melandri erano i soli piloti a quel tempo, ed ambedue miei carissimi amici sin dall’infanzia. Ma chi dei due? Passai una brutta notte, pensieri terribili mi passarono per la mente, preferivo che fosse uno piuttosto che l’altro? Stavo facendo una scelta? Non potevo farla mi erano ambedue cari e tanto senso di colpa che aggiungeva angoscia nell’attesa. Le sei ore di differenza non mi permettevano di telefonare, in Italia era già nel mezzo della notte. Prestissimo fu mia madre a svegliarmi per informarmi che era Gian Luigi il pilota in questione e che non era morto e che c’erano buone speranze che se la cavasse, ancora non si sapeva che sarebbe rimasto paralizzato. Per un po’ mi sentii meglio
Fausto Braganti
ftbraganti@verizon.net
Tuchan (Languedoc) 1 ottobre 2018
Come molti di voi sanno ho scritto un romanzo storico-erotico “L’Adele e Thaddeus”
La storia di passione si sviluppa in nove giorni quando Garibaldi con la sua legione passò per la Val Tiberina, fine luglio 1849. “In tempo di guerra non si perde tempo” Da tempo sto invano cercando di pubblicarlo senza successo. Se siete curiosi di leggere le prime due giornate delle avventure dei nostri eroi, questo è il link al mio blog:
https://faustobraganti.wordpress.com/
Il mio blog di memorie M’Arcordo… www.biturgus.com/
Ho pubblicato il libro “M’Arcordo…Storie Borghesi” che può essere acquistato nelle librerie di Sansepolcro.
Questo è un breve filmato di Pascale dell’inizio della presentazione del libro avvenuto nella sala consiliare (quella che io chiamo “sala del biliardo”) del Comune di Sansepolcro, 25 aprile 2015.
Presentazione del libro “M’Arcordo…”