078 1950? Sansepolcro, il giardino fuori Porta Fiorentina, quello che una volta era il “Piazzone”

Sansepolcro, 1950 circa, I giardini fuori porta Fiorentina.

Cominciamo con i ringraziamenti, il primo va a Domenico Gambacci che ieri ci ha proposto questa cartolina, probabilmente del 1948-50 nel sito Borgo Pensiero (Facebook) e il secondo va a Mario Baragli, primo sindaco di Sansepolcro del dopoguerra; quando questi fu eletto nel 1946 aveva 27 anni, il Borgo aveva ancora aperte le ferite della guerra ed erano tante. Per me non ci sono dubbi che nel pianificare questo giardino così ben curato c’era la volontà di dare ai Borghesi un senso d’orgoglio, di speranza e di tempi migliori a venire. Era anche un’innovazione urbanistica, in quel luogo non c’era mai stato un giardino, questa era una novità. Per secoli era stato solo un grande spiazzo di terra battuta, era solo il Piazzone dove si svolgeva il mercato del bestiame.

I miei quando emigrarono al Borgo nel 1914, venivano da San Leo d’Anghiari, andarono ad abitare alla Fonte Secca, in fondo al Piazzone sulla destra (non si vede). Traversare il Piazzone  era pericoloso, diceva il mi’ babbo, dovevi evitare le gran cacche delle vacche, di notte senza luci la situazione peggiorava. A casa rimase conosciuto solo come il Piazzone, anche dopo il gran progetto con aiole, vialetti, fiori, siepi, alberi e anche una fontana con una gran conchiglia al centro e assunse il prestigioso nome di “il giardino di Porta Fiorentina”. Credo che il nome viale A. Diaz sia usato solo dal postino, penso anche che molti delle giovani generazioni non sappiano neanche chi fosse Diaz.

Il fotografo era salito sopra le mura, dove c’era l’albergo Stella, per scattare questa foto. L’immagine nel suo insieme, anche se ci offre una chiara visione di organizzata pianificazione e pulizia, suscita in me un senso di alienazione, manca la gente, ci sono solo tre Borghesi. Antonioni l’avrebbe potuto scegliere per uno dei suoi film. Ma forse questa desolazione è solo dovuta al fatto che la foto fu scattata una domenica d’estate alle 7 di mattina.

Sulla sinistra ci sono i due filari di alberi (tigli?) da poco piantati che oggi sono diventati giganteschi, un magnifico tunnel ombreggiato per tutti quelli che arrivano. I tedeschi in ritirata abbatterono gli alberi del viale, per rallentare l’avanzata delle truppe alleate (!). In casa si raccontava che il vecchio Don Silvio, parroco di Misciano, vedendo che stavano segando gli alberi, si avvicinò e chiese:

“Ma perché li buttate giù?”

“Alberi malati.” Rispose uno che parlava un po’ d’italiano.

E Don Silvio scrollando le spalle si allontanò borbottando:

“Me sa tanto che sete voialtri quelli maleti ‘n tu la testa.”

Per fortuna il tedesco non capiva il Borghese.

Penso che i due nuovi filari furono piantati subito dopo la guerra. Dovevano crescere in fretta, dimenticare.

Sempre sulla sinistra non ci sono edifici, solo i campi del podere di Violino. I palazzoni arriveranno poco dopo. In lontananza si intravedono i cipressi del cimitero e la strada che va verso Pieve Santo Stefano. Sulla destra si vede chiaramente il muro dell’orto che poi divenne il cinema

Sansepolcro 1953 cinema sotto le stelle Biturgia

sotto le stelle Biturgia. Allora ero geloso di quelli che avevano le finestre che davano verso lo schermo, ogni sera loro vedevano il film gratis. Oggi la penserei diversamente, poveretti, le voci degli attori, la musica, le fucilate dei cowboys e degli indiani, gli arrembaggi dei pirati ecc. che facevano loro compagnia fino oltre mezzanotte. Il primo edificio sulla destra, dove aveva lo studio Di Bacco, era stato da poco ricostruito, ricordo bene le macerie, era stato colpito da una bomba. Sempre da quel lato e non si vede, davanti al motocarro a tre ruote, c’era l’ufficio del dazio. Si, a quei tempi chi veniva a far mercanzia al Borgo, doveva pagare il dazio.

Considerazione finale, del tutto personale. Si, quelli erano bei tempi, non necessariamente migliori. Per me erano bei tempi, andavo a casa dopo la scuola e il babbo e la mamma mi aspettavano, ma in classe con me c’erano gli orfani, i loro babbi non erano tornati dalla guerra. Erano bei tempi per me solo perché ho buoni ricordi, sono stato fortunato.

Non ci sono macchine nella foto, solo perché ben pochi se le potevano permettere. Niente gita domenicale. I miei avevano la bicicletta, il babbo comprò la motocicletta nel 1951. La Vespa e la Lambretta erano un lusso.

Alle spalle del fotografo c’era il vecchio Borgo, quello racchiuso delle mura, quello antico, dove c’erano dei fortunati che allevavano il maiale in cantina. Tante case non avevano l’acqua corrente, dovevano scendere con la brocca per prendere l’acqua alla fontana d’angolo. L’acqua calda? Un lusso inimmaginabile per i più. La maggioranza delle case erano fredde e avevano il licite, ovvero il gabinetto con il buco e il tappo, che scaricava in una cisterna maleodorante. Ho visto un licite con due buchi, si poteva defecare in compagnia. La gente non si lavava o si lavava poco. Immaginate il resto.

I bei tempi del passato esistono, quelli che ci riempiono di nostalgie, ma si basano solo su esperienze soggettive di ognuno di noi. 

Domanda: ma chi era Parenti della pubblicità?

Ho ricevuto una risposta: quello dei panforti.

Fausto Braganti

ftbraganti@verizon.net

Tuchan (Languedoc) 2 ottobre 2018

Come molti di voi sanno ho scritto un romanzo storico-erotico “L’Adele e Thaddeus”

La storia di passione si sviluppa in nove giorni quando Garibaldi con la sua legione passò per la Val Tiberina, fine luglio 1849. “In tempo di guerra non si perde tempo” Da tempo sto invano cercando di pubblicarlo senza successo. Se siete curiosi di leggere le prime due giornate delle avventure dei nostri eroi, questo è il link al mio blog:

https://faustobraganti.wordpress.com/

Il mio blog di memorie M’Arcordo… www.biturgus.com/

Ho pubblicato il libro “M’Arcordo…Storie Borghesi” che può essere acquistato nelle librerie di Sansepolcro.

Questo è un breve filmato di Pascale dell’inizio della presentazione del libro avvenuto nella sala consiliare (quella che io chiamo “sala del biliardo”) del Comune di Sansepolcro, 25 aprile 2015.

Presentazione del libro “M’Arcordo…”

 

Autore: Fausto Braganti

Fausto, nato e cresciuto a Sansepolcro, è poi partito, è andato lontano ma non ha mai dimenticato la sua gente e la sua terra. Vive a Marblehead, non lontano da Boston (USA) e a Tuchan in Languedoc. Visita spesso Sansepolcro.

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