121 Il Borgo ai tempi della Grande Guerra.

Non m’arcodo della Grande Guerra, ma me ne hanno tanto parlato che certe volte credo d’averla fatta.

Era cominciata come Guerra all’Austria a maggio del 1915, il nonno Giuseppe Taba parti subito, lasciando a casa moglie e tre bambine, la mi’ mamma aveva un mese. Ritornò l’anno dopo, solo pochi mesi in trincea per prendere una gengivite e gli caddero tutti i denti, aveva 38 anni. Niente pensione per gli sdentati e lui non sorrise mai più. Il nonno Barbino (Luigi Braganti classe 1874 l’ultima ad esser richiamata con i ragazzi del ‘99) parti dopo Caporetto. Un breve addestramento alla Fortezza da Basso a Firenze e poi fu mandato alla stazione di Camucia, magazziniere di paglia e fieno per poi spedire a vagonate al fronte. Infine fu trasferito a Sansepolcro con le stesse responsabilità, solo che a sera montava in bicicletta, 91 lungo a tracolla e tornava a mangiare e a dormire a casa. Aveva piantato un chiodo sul muro accanto al letto dove appendere il fucile. Lui era pronto fosse arrivato un attacco durante la notte.

Poi la Guerra 15-18 prese il nome di Grande Guerra, infine, e ce ne volle un’altra per diventare la Prima Guerra Mondiale dato che chiamarono questa Seconda.   

E al Borgo? Niente, eccetto la trepidazione per la sorte dei tanti cari che avevano al fronte, e la paura di andare alla porta di casa e trovare due anziani signori vestiti di nero, portatori di cattive notizie.

Ci furono delle compagnie di soldati che arrivarono per l’addestramento, e ci sono in giro cartoline più volte pubblicate dei loro accampamenti a Porta Fiorentina. Ma arrivarono anche i prigionieri di guerra, soldati dell’esercito austro-ungarico.

Quello che racconto è basato solo, ripeto solo, sulla memoria di quello che il mi’ babbo mi raccontava.

Proprio vedendo questa vecchia cartolina, ho ripensato a quelle storie.

I prigionieri erano di certo di molte nazionalità, gli austriaci probabilmente erano una minoranza fra ungheresi, croati, cechi, slovacchi, sloveni ecc. Furono sistemati in delle baracche di legno lungo le mura fra Porta Fiorentina e la stazione. Quando non lavoravano il babbo li vedeva due volte al giorno; ci passava davanti andando e tornando da scuola, lui frequentava le Scuole Tecniche Luca Pacioli, quelle accanto ai Servi e abitava in fondo al Piazzone, alla Fontesecca, davanti al Tricca della motta.

E proprio da casa il babbo vedeva passare i camion carichi di prigionieri che erano trasportarti al mattino a lavorare verso Viamaggio, come infatti è scritto nella cartolina. Quelli mi sembrano sacchi di carbone, e la dicitura della cartolina indica il “Commissariato Generale Combustibili Nazionale Gestione di Sansepolcro” Il cartello sulla destra indica la stessa dicitura con l’aggiunta Viamaggio. Ci sarà pur stato un commissario responsabile di questa operazione e forse fu proprio lui a far venire il fotografo per testimoniare il buon lavoro fatto.

Ancora secondo quello che mi raccontava il mi’ babbo i prigionieri sembravano tranquilli, per loro la guerra era finita, a Sansepolcro erano lontani dalle trincee e nessuno sparava loro addosso e c’era sempre quello che ad una cert’ora compariva con un carretto e vendeva loro le gazzose. La rete che ufficialmente li rendeva prigionieri era bassa, era chiaro a tutti, nessuno aveva l’intenzione di evadere. Per andar dove? Tornare in patria (la loro) per poi essere rimandato al fronte? Meglio rimanere al Borgo e andare a tagliar boschi lungo gli Appennini e a far carbone.

L’amministrazione, la burocrazia, si era grandemente allargata durante la Grande Guerra, diventando un vero problema di gestione, troppo carta! So che ancora oggi esistono magazzini pieni di incartamenti, libri contabili, ecc. Da qualche parte ci debbono essere ancora gli incartamenti del Commissariato dei Combustibili, ma non credo che sia un argomento che interessi molto agli storici.

Per finire, mi domando se questa cartolina fu prodotta con il preciso scopo di darla ai prigionieri in modo che questi scrivessero a casa, dimostrando quanto umani erano gli italiani nel trattare i loro prigionieri.

Fausto Braganti

1 febbraio 2022,

Marblehead, USA

Il libro “M’Arcordo…Storie Borghesi” può essere acquistato nelle librerie di Sansepolcro.

Questo è un breve filmato di Pascale dell’inizio della presentazione del libro avvenuto nella sala consiliare (quella che io chiamo “sala del biliardo”) del Comune di Sansepolcro, 25 aprile 2015.

Autore: Fausto Braganti

Fausto, nato e cresciuto a Sansepolcro, è poi partito, è andato lontano ma non ha mai dimenticato la sua gente e la sua terra. Vive a Marblehead, non lontano da Boston (USA) e a Tuchan in Languedoc. Visita spesso Sansepolcro.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: