
Bella e tipica fotografia di gruppo; il gran capo circondato da tutti i suoi collaboratori, sono loro che hanno reso possibile il successo della compagnia. Il gran capo lo sa, e coerente al suo stile paternalistico, ha riunito tutti per condividere, celebrare un evento, un evento del tutto personale.
“… la mia venuta a Sansepolcro.”
Infatti lui non era di Sansepolcro, era perugino.
Chiamarono un fotografo, purtroppo non ho qui l’originale per vedere chi fosse. Di certo venne con una gran macchina fotografica col soffietto nero, montata su un treppiedi e lui si nascose sotto un panno nero e premette la peretta. Probabilmente aveva con se un assistente per mettere tutta quella gente in posa, penso siano un’ottantina.
Diciamo che la famiglia Buitoni, come tante grandi famiglie, ha una storia complicata. A parte il fatto che ne so ben poco e quello che ricordo mi è stato raccontato, io non posso di certo narrarvela. L’hanno già fatto altri. Diciamo che mi limito a un giorno, il 4 ottobre 1952, era un sabato, forse c’era meno da fare e la Silvia (accovacciata sotto il Sor Gherardo) ha lasciato il centralino, e quello che era successo 25 anni prima, nel 1927, il giorno che il Sor Marco arrivò a Sansepolcro.
Il 1927 fu per i Buitoni di Sansepolcro un anno difficile, per alcuni tragico. Un tracollo economico portò quasi alla chiusura dello stabilimento. La famiglia a quel tempo si era già divisa in due rami, quelli di Sansepolcro e quelli di Perugia, che lavoravano e cooperavano in parallelo. I quel momento difficile che poteva finire in una catastrofe generale i “perugini” presero il sopravvento e spedirono Marco, uno dei 5 fratelli, a Sansepolcro, aveva 33 anni, a prendere le redini dello stabilimento. Il tempo e gli eventi provarono che Marco era stato all’altezza della situazione, la Buitoni iniziò un nuovo gran periodo di successo e di gloria e la ripresa dopo la guerra disastrosa fu un’ulteriore prova del buon lavoro.
Ecco, penso che quel giorno il Sor Marco volle quella foto come per provare a se stesso, “ecco ce l’ho fatta”, e non ha dimenticato chi lo ha aiutato a raggiungere il successo.
A proposito della foto: Il Sor Marco è al centro che guarda direttamente al fotografo, alla sua sinistra un signore con gli occhiali neri con lo sguardo verso il basso, questo è Sor Gherardo, l’unico sopravvissuto all’ecatombe dei Buitoni di Sansepolcro nel 1927, non so come fece a mantenere la sua parte di potere. Alla destra del Sor Marco c’è un signore alto di profilo, penso che sia uno dei fratelli, forse Luigi di Perugia?
Da notare che la gran scala monumentale sembra a buon punto ma i lavori non sono finiti, ancora il busto bronzeo di Giovanni Buitoni non è al suo posto.
Voglio anche pensare al Sor Marco che scrive una dedica personale in ogni fotografia, usando una bella penna stilografica e una segretaria che lo aiuta stendendole sopra una gran tavola, l’inchiostro si deve asciugare.
Quanti cassetti a Sansepolcro hanno ancora questa foto?
Per finire, i tempi cambiano, immaginate il Sor Marco con un telefonino in mano che grida “Sorridete!!” e cerca di far entrare un’ottantine di persone in un selfie.
Fausto Braganti,
ftbraganti@verizon.net
29 settembre 2020 ancora a Tuchan nelle Corbieres.
Ho pubblicato il libro “M’Arcordo…Storie Borghesi” che può essere acquistato nelle librerie di Sansepolcro. Questo è un breve filmato dell’inizio della presentazione del libro avvenuto nella sala consiliare (quella che io chiamo “sala del biliardo”) del Comune di Sansepolcro, 25 aprile 2015.
filmato della presentazione del libro M’Arcordo… 25 aprile 2015