112 1630-31, come quelli di Monterchi gestirono la peste

La nube che calò su Monterchi nel 1630 fu molto più scura di quella della foto, quell’anno arrivò una pesta virulenta e fu un’ecatombe. Manzoni ce la racconta nei Promessi Sposi, Renzo e Lucia sopravvivono e Don Rodrigo, il cattivone, soccombe al morbo e noi tutti ne gioiamo. 

<<…quando Meola di Antonio, detto Buffone, giunge a Lippiano con certo Borbone “dove era andata per puttana”, e viene immediatamente rinchiusa nel lazzaretto con il suo accompagnatore non appena si approssima alle mura ed è portata dalle guardie.

            Anche a Poppi, Bibbiena, Marcera, ed altre località del vicino Casentinosono bandite dai traffici per sospetto di peste e diviene problematico dalla valle del Tevere recarsi a Firenze, Pisa o Livorno, visto che ordinaria è bandita al transito dall’11 giugno 1631; perciò i viandanti sono costretti ad un lungo giro per Pratomagno e il Casentino, senza toccare Arezzo, allungando il cammino di circa 30 miglia. Notizie allarmanti giungono continuamente: dal Borgo si parla di 30 morti, decessi che però sono ufficialmente attribuiti a febbri maligne per evitare il bando della città per peste; a Monterchi l’abbrutimento del male e la tragicità della situazione “hanno ridotto quel luogo una Babilonia”, al punto che il Granduca decide di intervenire comandando al Bargello del Casentino di trasferirsi a Monterchi con 8 sbirri “per reprimere la lussuria e la sfacciataggine di quei villani” >>

Questo è un breve estratto dal libro “Potere e nobiltà nell’Italia minore tra XVI e XVII Secolo, I Taglieschi d’Anghiari” del professore Tommaso Fanfani (1943-2011) pubblicato nel 1983. Il capitolo dedicato alla peste del 1630-31 è molto interessante e dettagliato su come si cercò di arginare il morbo.

Masino, come lo chiamavo io, era una amico e fu anche mio compagno di camera ai tempi dell’università negli anni 60. Fu lui che mi diede una copia di questa sua pubblicazione. Mi colpì molto la storia dei Monterchiesi che decimati dal morbo decisero di vivere pienamente quegli ultimi giorni, si chiusero dentro il paese, fecero con gran baldoria, una Babilonia ebbra e lussuriosa, orgia generale.

E che fine avrà la povera Meola che era andata a Lippiano per puttana? Se non era ancora malata il lazzaretto era il luogo giusto per il contagio. 

Rileggendo il capitolo della paste di questo libro del Fanfani si capisce che il morbo prende un po’ tutti, ma è particolarmente virulento fra i poveri e miserabili, di ricchi ben nutriti ne muoiono meno.

Marblehead 1 Marzo 2020 

Ho pubblicato il libro “M’Arcordo…Storie Borghesi” che può essere acquistato nelle librerie di Sansepolcro. Questo è un breve filmato dell’inizio della presentazione del libro avvenuto nella sala consiliare (quella che io chiamo “sala del biliardo”) del Comune di Sansepolcro, 25 aprile 2015.

filmato della presentazione del libro M’Arcordo… 25 aprile 2015