117 Sansepolcro, 12 aprile, Pasqua del 2020 l’anno senza primavera. Due occhi e un piede, dettagli della Resurrezione di Piero della Francesca

Tempo addietro scrissi queste mie personali considerazioni sulla Resurrezione di Piero della Francesca. Ripropongo quanto scritto, rivisto in questi giorni pasquali marcati dal terribile morbo, il Coronavirus. Penso e spero che il messaggio che Piero ci dia coraggio e volontà di combattere, ne abbiamo bisogno, tanto.

Il professore di storia Gino Franceschini, che era anche il preside del Liceo Scientifico Piero della Francesca di Sansepolcro, una volta ci disse (1956-57) che La Resurrezione non era un opera religiosa, ma piuttosto un’opera politica:

“Basta guardare dov’è locata, quella parete non è mai stata in una chiesa, mai un inginocchiatoio davanti, nessuna messa. Quella era la sala dove si riuniva il consiglio cittadino, nel Palazzo dei Conservatori.”

Negli anni seguenti a questa affermazione ci sono stati studiosi che hanno suggerito differenti siti dove l’affresco fu originariamente locato, ma questo non cambia la sostanza dell’affermazione del prof. Franceschini, infatti sempre nell’andito del Palazzo dei Conservatori.

Ci parlò a lungo di Piero e della sua opera e un giorno ci portò anche a vedere la Resurrezione. La pinacoteca, come si chiamava allora, era a meno di cento metri dal liceo: ragazzi fortunati, anche se poi per noi quello che davvero importava era il fatto che s’usciva di classe, almeno per un’ora.

Importante per me è che non ho mai dimenticato quell’affermazione cosi categorica e che col tempo ha influenzato profondamente la mia percezione dell’opera, arricchita anche da tante inevitabili esperienze successive. Quello che dico è solo frutto delle mie emozioni ed esperienze.

Ogni volta che entro nella sala del museo con l’affresco mi sento subito catturato da quei due grandi occhi tondi del Cristo Risorto che mi fissano, e sembrano seguirmi in tutti i miei movimenti, ovunque io vada.

gli occhi del Cristo della Resurrezione

“Forse proprio per farcelo sentire reale e quindi più accessibile Piero scelse le sembianze d’un popolano delle nostre parti.’’

Come ancora ci disse il prof. Franceschini.

Durante ogni mia visita ho la sensazione che Cristo sia stato lì ad aspettarmi per tutti quei secoli, e mi sembra che mi dica con un leggero tono di rimprovero:

“Ma dove sei stato?”.

Il suo messaggio è semplice, un vero appello, reale e diretto, e non voglio offendere la sensibilità di nessuno dicendo che mi ricorda certi manifesti propagandisti della Grande Guerra che invitavano i giovani ad arruolarsi. Certo il nostro Cristo non ha i baffi imponenti di Lord Kitchener.

“Uomo! Questa è la tua ora, svegliati e risorgi! Seguimi!”

Quel Cristo non è un Cristo Pantocratore lontano nella sua ieratica maestà capace solo d’incutere paura, non è un Cristo dalla figura idealizzata barba e capelli lunghi biondi che svolazza fra nuvolette bianche mentre angeli trombettieri annunciano il suo ritorno in cielo. É un Cristo dal piede forte, fermo sul sarcofago. Ci annuncia che lui non volerà via nell’astratto, lui rimarrà per terra al nostro fianco ed è con noi pronto per la battaglia della vita con tutti i suoi ostacoli. Impugna imperioso lo stendardo di San Giorgio, e come il santo guerriero ammazza draghi, lui spazzerà via i veri nemici dell’umanità: superstizione ed ignoranza e quelli che le diffondono… e il coronavirus!

Pascale, mia moglie che non ha mai conosciuto il prof. Franceschini e che aveva conosciuto Piero solo attraverso i libri di scuola prima di venire a Sansepolcro con me, ha raggiunte certe sue conclusioni indipendentemente senza esser influenzata dal mio dire. Lei vede quel piede sulla sponda d’una barca che ha appena attraccato, Cristo è pronto a sbarcare, a scendere a terra, in mezzo alla gente comune e con l’intenzione di starci.

Nel lato destra dell’affresco la natura si sta rigenerando e questo è la conferma del suo messaggio di speranza, la natura che ogni anno si rinnova con la primavera, con la Pasqua. Non sappiamo se i soldati che sono ancora addormentati si sveglieranno. Rappresentano loro il potere repressivo dei potenti che opprimono ogni anelito di libertà? Sappiamo che ci saranno sempre quelli che dormono, quelli che hanno paura della ragione. Noi abbiamo sentito il suo appello, il suo messaggio, risorgeremo con lui e lo seguiremo.

Questo non ce lo disse il professore, questo lo dico io. Non sono un critico d’arte e neanche uno storico, ripeto queste sono solo le mie impressioni, le mie sono solo emozioni che si sono sviluppate nel tempo e il fatto che abiti lontano è diventato un fattore importante. Le mie visite al Cristo Risorgente sono sempre una tappa obbligatoria ogni qualvolta vada a Sansepolcro necessaria a riempire quel vuoto che si è creato col tempo e la distanza.

In casa ho molti libri su Piero, alcuni li ho letti ed altri hanno accumulato polvere sugli scaffali. Prima di scrivere questo intenzionalmente non ho voluto leggere nulla, ho cercato d’essere il più spontaneo possibile e non farmi influenzare dal pensiero degli altri.

Sono andato avanti facendo tante ipotesi, ora ne voglio fare ancora un’altra: Piero conosceva e aveva letto il “De Rerum Natura” di Lucrezio, da poco riscoperto da Poggio Bracciolini. Questa opera fu una delle scintille che iniziarono l’Umanesimo con tutte le sue conseguenze che sono arrivate fino a noi influenzando il nostro pensiero. La lettura e riscoperta dell’Epicureismo lucreziano incrinò quello che sembrava l’indistruttibile tempio della fede per metter le basi a quello della ragione che “che squarcia le tenebre dell’oscurità”. Non dobbiamo svolazzare troppo in cielo, sperdendosi nella metafisica, rimaniamo con i piedi per terra.

E questo per me è un elemento fondamentale in tutta l’opera di Piero. Non lontano da Sansepolcro ne troviamo un’altra prova: la Madonna del Parto di Monterchi. Ma chi aveva mai osato dipingere una Madonna incinta e dalla veste sbottonata? Io non so se ce ne siano altre simili precedenti. Forse, ma fu certo un atto rivoluzionario. La Madonna rappresentata è un’adolescente che potresti incontrare per strada. É una donna vera, sbocciante.

Poi abbiamo un Ercole pagano e una Flagellazione enigmatica per dir poco, e questi dove li mettiamo? Non ho risposta.

La Resurrezione non appartiene né al Borgo, né ai noi Borghesi, noi abbiamo avuto solo la fortuna, forse sarebbe meglio dire il caso, di ritrovarcela in casa e da questa nasce la nostra responsabilità di mantenerla, di proteggerla e di renderla accessibile. Appartiene a tutti, a tutti quelli che trovandosela davanti ne sentono un messaggio che prevarica lo spazio e il tempo.  

Queste alcune riflessioni sulla Resurrezione e non a caso le voglio condividere in questi giorni di Pasqua. Son nate da memorie, emozioni antiche che si sono sviluppate nel tempo e che si rinnovano, e sono solo le mie. Debbo concordare con quello che scrisse Cesare “Gli uomini credono in quello in cui vogliono credere” e io sono solo un uomo. Ognuno è un individuo davanti ad un’opera d’arte e come tale questa rimane un’esperienza soggettiva anche se il linguaggio espressivo è spesso comune a tanti, ma non a tutti.

Ecco, oggi ritroviamo il messaggio che Piero ci ha lasciato, il messaggio che ci accomuna.

Il “nostro” Cristo Risorgente, oggi più che mai, ci sprona a seguirlo, a testa alta con lo sguardo fisso davanti a noi, senza esitazioni con il piede fermo per terra, uniti, la battaglia sarà dura, ma ce la faremo. 

12 aprile 2020 

Fausto Braganti, sfollato a Tuchan nelle Corbieres 

ftbraganti@verizon.net

 Ho scritto un romanzo storico-erotico “L’Adele e Thaddeus” La storia si sviluppa in nove giorni quando Garibaldi con la sua legione passò per la Val Tiberina, fine luglio 1849.                   “In tempo di guerra non si perde tempo”

Ora sto cercando di pubblicarlo, cerco un agente letterario e un editore. Se siete curiosi di leggere le prime due giornate delle avventure dei noi nostri eroi, questo è il link al mio

blog:https://faustobraganti.wordpress.com/

Il mio blog di memorie M’Arcordo… www.biturgus.com/

Ho pubblicato il libro “M’Arcordo…Storie Borghesi” che può essere acquistato nelle librerie di Sansepolcro.

 

 

 

Autore: Fausto Braganti

Fausto, nato e cresciuto a Sansepolcro, è poi partito, è andato lontano ma non ha mai dimenticato la sua gente e la sua terra. Vive a Marblehead, non lontano da Boston (USA) e a Tuchan in Languedoc. Visita spesso Sansepolcro.

1 commento su “117 Sansepolcro, 12 aprile, Pasqua del 2020 l’anno senza primavera. Due occhi e un piede, dettagli della Resurrezione di Piero della Francesca”

  1. Lo Statuto del Comune di Sansepolcro del 1571 regolamenta la celebrazione periodica della Santa Messa davanti alla Resurrezione di Piero, stabilendo ad esempio che fosse celebrata quella in onore dello Spirito Santo in occasione del Giuramento degli officiali del Comune; così fu fatto almeno fino al 1708.

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