“… non restava pertanto agli nimici altra via aperta ad andare a trovar gli avversarj loro, che la dritta del ponte; nè i Fiorentini avevano altrove ch’al ponte…”
Ecco cosa scrive Niccolò Machiavelli nella descrizione della Battaglia d’Anghiari (29 giugno 1440) nella sua opera “Le Istorie Fiorentine”. Quindi quella via che conduce da Anghiari a Sansepolcro c’era già. Mi domando se Machiavelli sia mai venuto dalle nostre parti a visitare la valle e Burgus Sancti Sepulchri come lo conosceva lui. Forse qualcuno gli descrisse il territorio.
Lessi da qualche parte che gli Anghiaresi s’erano serrati entro le mura, tutti i balestrieri sugli spalti, loro temevano il peggio: il saccheggio, ovvero diventare il premio per le truppe vincitrici. Non faceva alcuna differenza chi vincesse; i vincitori, fosse Fiorentini o Milanesi avrebbero saccheggiato il paese. Non una bella prospettiva per gli Anghiaresi, forse a Sansepolcro temevano la stessa sorte. In ogni modo vinsero i Fiorentini e non ci furono saccheggi.
La vittoria contro i Milanesi fu importante per Firenze e Leonardo la dipinse in Palazzo Vecchio, ma l’opera presto andò perduta.

Ancora oggi quella strada taglia l’Alta Valle del Tevere dritta verso Sansepolcro, in questa immagine sperduto nella foschia. Per l’esattezza non proprio dritta: a Santa Fiora c’è la rotatoria del baroccio!
A Sansepolcro l’ho sempre sentita chiamare “la dritta” poi ho scoperto anche il nome “la ruga”. Gli Anghiaresi la chiamano “la croce” ma credo che si riferiscano alla ripida salita che porta all’ospedale, diciamo quella della fotografia.
Ma, continuiamo la storia. Come ben sapete mi piace analizzare le foto e sempre invito tutti voi a dare la vostra opinione e soprattutto condividere la vostra conoscenza.
Non avevo mai visto questa foto, e l’ho travato in Facebook nel sito Vecchia Toscana. L’unica informazione che abbiamo è che è del 1918. Subito si notano tante bandiere. Credo che siano state esposte per celebrare la fine della Guerra all’Austria, mi domando se già si chiamasse la Grande Guerra.
Le bandiere non hanno lo stemma sabaudo. Un commento su Facebook, forse il più ovvio, “le hanno cucite in fretta e furia per la festa, non hanno avuto il tempo per la Croce di Savoia”.
Io naturalmente “volendo credere in quello che voglio credere” per un momento ho sperato che la tradizione mazziniana e repubblicana di Anghiari avesse influenzato una tale decisione.
Ho mostrato la foto a Massimo, uno straniero di San Marino, che anche se abita lontano è molto legato al paese dove è nato. È lui che mi porta sempre a comprare le “Mantovane” ad Anghiari.
Ecco casa mi ha scritto, questi sono i suoi ricordi legati a questa immagine:
“… qui’ siamo praticamente in cima. Io sono nato molto più giù di fronte al “terrato” dove c’era l’unica fonte di acqua potabile del paese e dove le donne, che facevano la fila per prendere l’acqua, facevano i pettegolezzi e scambiavano notizie.
Dove si vede il muretto sulla sinistra inizia la “bozia”; una stradina stretta fra i muri delle case che sbuca sulla piazzetta del teatro.
La casa con le finestre aperte sulla destra è quella dove stava il mio nonno Vito (il maestro di musica). La sera tornava dal Borgo dove lavorava e il suo gatto (Gnacco) lo aspettava seduto in mezzo alla strada insensibile ai richiami di mia nonna e di mia zia affacciate a quelle finestre; saliva in casa solo insieme al mio nonno.”
Fausto Braganti
Marblehead, 2 maggio 2017
Ho finito di scrivere un romanzo storico-erotico “L’Adele e Thaddeus” La storia si sviluppa in nove giorni quando Garibaldi con la sua legione passò per la Val Tiberina, fine luglio 1849. “In tempo di guerra non si perde tempo”
Ora sto cercando di pubblicarlo, cerco un agente letterario e un editore. Se siete curiosi di leggere le prime due giornate delle avventure dei noi nostri eroi, questo è il link al mio
blog:https://faustobraganti.wordpress.com/
Il mio blog di memorie M’Arcordo… www.biturgus.com/
Ho pubblicato il libro “M’Arcordo…Storie Borghesi” che può essere acquistato nelle librerie di Sansepolcro.